Invio il documento di invito all'incontro pubblico di preparazione allo sciopero generale del 12 dicembre.
Ricordo che questo giovedì, 27 novembre alle ore 20'30 via Natisone 1 Monfalcone, si terrà l'incontro organizzativo per questo appuntamento.
Gli interessati sono invitati.
Non pagheremo la vostra crisi
è lo slogan divenuto popolare grazie alle recenti mobilitazioni degli studenti critici nei confronti dei provvedimenti governativi, ed in particolare del ministro Gelmini, atti a svilire la scuola pubblica.
E sintomatico che proprio la parte più giovane e, per il momento, ai margini degli effetti della disastrosa crisi globale e di sistema che ci sta travolgendo sia la prima a scendere in piazza per imporre nellagenda politica una discussione sulla crisi stessa partendo dal punto di vista di coloro ai quali, nella già insostenibilità del presente, non viene offerta alcuna possibilità pratica ne immaginativa per il proprio futuro.
Al succedersi di ogni governo, indifferentemente dal colore politico, ha corrisposto una logica lineare di riduzione selvaggia di qualsiasi misura di welfare ciò che determina il livello reale di cittadinanza con il relativo spostamento delle risorse economiche su capitoli che favoriscono chi ha già la massima concentrazione di ricchezza materiale e immateriale. Cioè politiche di guerra, grandi opere insostenibili da ogni punto di vista, speculazione edilizia nei territori, ecc.
Al di la del bombardamento mediatico al quale siamo quotidianamente sottoposti, è interessante notare che nellimmaginario collettivo della crisi emergono alcune verità per niente irrilevanti.
I politici nazionali ma soprattutto locali vengono visti come una casta che allontana i cittadini dallambito istituzionale dando, in quella che viene definita crisi della rappresentanza, ampio spazio di discussione ed iniziativa ad altre forme di espressione politica dal basso. Si pensi a Vicenza, alla Val di Susa, a Chiaiano, alla moltitudine di comitati e movimenti attualmente attivi nei territori.
Per quella parte di cittadini che, non intuendo possibilità diverse oltre alla politica delle segreterie di partito, ha preferito il ritiro nella sfera privata preferendo laspetto economico quale modello unico di esistenza interviene la crisi globale a negare tale scelta di vita.
Alcune recentissime sentenze della magistratura, quella sulla Diaz in primis, evidenziano il crollo definitivo della neutralità di qualsiasi istituzione anticipando lidea di come verranno gestiti gli effetti della crisi da parte di chi, arroccato nei poteri forti, da mano libera allazione delle polizie statali o locali forzando su un artefatto delirio di sicurezza, a partire dalla creazione del nemico interno quali vengono considerati, per esempio ma non solo, i migranti. E questo al di la della buona volontà di alcuni magistrati che indirizzano la loro azione ancora su unidea alta di giustizia.
Se tale classe politica, ormai priva di ogni credibilità, fino a ieri affermava che non ci sono più risorse per i problemi sociali, adesso in pochi giorni si riescono a recuperare miliardi di euro pubblici a fondo perduto da trasferire agli amici degli amici per evitare laffossamento di banche e finanziarie.
Alla così definita emergenzialità economico-finanziaria è indispensabile contrapporre le necessità dellemergenzialità permanente dovuta alla sempre più precaria condizione esistenziale della cittadinanza da tutti i punti di vista. Per specificare meglio: la crisi deve pagarla chi ha contribuito ad accumulare fortune incredibili in questi anni e che, sinceramente, non finirà in strada nel momento prevedibile della resa dei conti del mercato. Non è ne etico ne morale, ne tanto meno giusto che a pagare sia chi non riesce nemmeno ad arrivare alla fine del mese.
Queste considerazioni hanno prima di tutto il senso di aprire un dibattito per capire come declinare su un territorio come quello del monfalconese, devastato da prima della crisi da ogni tipologia di precarietà e sbilanciamento reddittuale, una serie di proposte e di iniziative dirette ad impedire lulteriore aggravamento della già ai minimi termini qualità della vita. E aprendo contemporaneamente la discussione per una nuova alternativa politica che si prefigga il superamento dellattuale classe politica (di ogni colore) che da anni si dimostra totalmente incapace di affrontare queste dinamiche se non in termini repressivi e discriminatori, tutti a base di telecamere, sgomberi e sfratti, controllo sociale dispiegato ad ogni livello.
Per il 12 dicembre è lanciato lo sciopero generale dalla CGIL che verrà promosso, con tutta probabilità, per iniziative provinciali.
Il tentativo del sindacato sta tutto nel cercare di cavalcare lo scontento che in questi ultimi mesi ha attraversato in forme potenti e assolutamente partecipate, a partire dallOnda degli studenti di ogni ordine e grado, tutte le piazze italiane.
Sebbene si ritenga importante un momento di protagonismo generale di tutti i soggetti a cui si vorrebbe far pagare la crisi lo sciopero è proclamato nello stesso giorno anche dai sindacati di base e soprattutto dagli studenti non si può far a meno di sottolineare che il sindacato stesso non è per niente esente da quella cultura politica che ha permesso di scaricare tutte le contraddizioni di un sistema globale ormai moribondo sui lavoratori a partire da quelli più precari.
Di conseguenza è indispensabile avviare quanto prima un percorso che, nellottica della giornata del 12 dicembre, individui in questo territorio una serie di rivendicazioni atte a generalizzare lo sciopero nel contesto del ragionamento fin qui sviluppato.
Sospensione dei mutui, degli sgomberi e degli sfratti per morosità; riduzione degli affitti anche privati in base alla capacità reddittuale del contesto; livellamento dei costi di erogazione dei servizi pubblici e dei beni di prima necessità secondo lo stesso principio; dirottamento di tutte le risorse destinate alla speculazione e al controllo sicuritario in progetti di utilità sociale. Il tutto per almeno i prossimi due anni.
Sono obiettivi allaltezza della realtà e dei tempi che si prospettano e sui quali è urgente aprire la discussione e trovare le forme pubbliche e partecipate per darne concretezza.
Su questi argomenti e sugli aspetti organizzativi della partecipazione allo sciopero generale del 12 dicembre si terrà un incontro pubblico il giorno martedì 9 dicembre alle ore 2030 presso lOfficina Sociale di via Natisone 1 a Monfalcone.
E previsto lintervento del Dr. Andrea Fumagalli sullanalisi e le prospettive dellattuale crisi
Andrea Fumagalli:
Professore associato presso il Dipartimento di Economia Politica e Metodi Quantitativi, Facoltà di Economia e Commercio, Università di Pavia.
Professore incaricato di Teoria dellImpresa, presso il Dipartimento di Economia Politica e Metodi Quantitativi, Facoltà di Economia e Commercio, Università di Pavia.
Professore incaricato di Economia Politica, presso il Corso di Laurea in Comunicazione Multimediale (C.I.M.), Università di Pavia.