In merito al profilo dell'educatore professionale.
Svuotate completamente del significato del loro lavoro, tartassate, vessate, imbavagliate.
E questo da anni.
Le educatrici professionali (il maschile, infatti, usato di norma, è improprio, visto che le donne qui sono numericamente predominanti),sono di nuovo di fronte all'ennesimo baratro formativo.
Ancora una volta non è bastato cosa abbiamo studiato, dove abbiamo lavorato, con chi, con quale utenza, per quanto tempo, quanti corsi di aggiornamento abbiamo fatto, quanti stage, quanti seminari, quante ore/uomo etc etc,
NO!
Non è stato sufficiente farci studiare la notte e lavorare di giorno per tre anni, per poter riqualificarci sennò perdevamo il lavoro!
Non è bastato farci sentire ignoranti e di serie B. Sempre.
Non è bastato metterci limiti all'accesso del lavoro differenziando il socio assistenziale dal sanitario! (tanto per intenderci ci han detto, fino al 1999 chi era qualificato e riqualificato poteva lavorare sia nel socio assistenziale che nel sanitario, dopo no, avrebbe solo potuto lavorare nel socio assistenziale, per il sanitario ci sarebbe voluta la laurea in medicina)
Non è bastato metterci i bastoni fra le ruote una vita! Con un appalto dietro l'altro, chiedendoci sempre più specializzazioni e date e confini e ostacoli e ostacoli , puri ostacoli.
Non è bastato farci vessare dalla pubblica amministrazione e da dipendenti pubblici senza alcuna coscienza.
Una mia cara collega si chiede perché gli educatori professionali sono quella figura nel mondo del lavoro così SILENZIOSAMENTE maltrattata.
Già, perchè.
Perché siamo stupide , non conosciamo il nostro valore, non sappiamo chi siamo e di conseguenza ci facciamo usare. Purtroppo non ho altra semplice spiegazione.
Ancora una volta ripiombiamo all'era primitiva, alla famosa preistoria del precariato.
Di nuovo lì.
Faccio una piccola premessa: Oggi la figura dell'educatore professionale, sta ufficialmente sparendo. Per fortuna, nostra e vostra. Nostra perché estinguerci è ciò che meritiamo, vostra perché è quello che vi meritate.
E' sostituita sulla piazza dalle OSS (Operatore Socio Sanitario), l'educatore, infatti, per dirla papale papale, costa troppo.
Ed è qui che vorrei soffermarmi, su questo ultimo punto perché è fondamentale per comprendere la tortura che si infligge a questa figura professionale tanto "inutile" quanto "dannosa" .
Cosa vuol dire che un educatore costa di più di una OSS?
Qui stiamo parlando di stipendi dell'ordine di 1.100 euro una e 900 l'altra, tanto per capirci stiamo parlando di guerra tra poveri e che far soppiantare le educatrici dalle OSS (lavoro completamente diverso), è un risparmio veramente da mentecatti!
Detto ciò possiamo tranquillamente affermare di trovarci all'epilogo ennesimo, all'ennesima svolta distruttiva inflitta ad una figura professionale altamente "speciale" nel lavoro di relazione, il cui obiettivo e scopo del proprio lavoro è mettere in moto un cambiamento, attraversando ed attraverso la quotidianità delle persone.
Ci siamo sempre chieste, in questi anni professionalmente torturati, perché si accanissero così su di noi.
Ancora una volta, nonostante alcune di noi "vecchie" professionalmente siano riuscite a trovare modi di vita per sopravvivere inventandosi e reinventandosi, ancora una volta siamo solo la preistoria del precariato.
Ci riprendiamo lo scettro.
Lo stato ci ribadisce un particolare che tutte/i avevano fatto finta di dimenticare.
Ci ribadisce che l'unico titolo abilitante alla professione, nel sanitario, è quello rilasciato dal corso di Interfacoltà con la titolarità di Medicina.
Nulla viene aggiunto a che sancito già a suo tempo dal DM 520/98 (il famoso decreto Bindi), ma la circolare della sanità piemontese apparsa un paio di settimane fa sulla scena, impone, come per incanto con un'interpretazione rigida, che i servizi che operano sul territorio in integrazione con le strutture sanitarie, si devono dotare di personale esclusivamente conforme per titolo, alle direttive ministeriali.
Coloro che operano non solo nelle strutture sanitarie, ma anche nelle cooperative e nei consorzi a cui vengono esternalizzati il servizi del comparto sanitario, devono essere in possesso del titolo di interfacoltà.
Medichesse ci vogliono, stavolta!
Ciò significa la perdita del posto di lavoro degli operatori (operatrici per maggioranza) attualmente non in possesso del titolo, idoneo. Siamo inutili.
Ad oggi non posso quantificare quanti siano in Piemonte, non mi è permesso di accedere al "dato".
Io comunque ne conosco molte, nel mio piccolo.
Siamo l'unica figura professionale ad avere il titolo idoneo mutevole, a seconda delle epoche, a seconda di chi c'è al governo. Siamo inutili.
Lo scopo è parcellizzarci, frazionarci di continuo.
L'educatore per antonomasia non non può essere parcellizzato, lavora sul globale, non è né sanitario, né socio assistenziale, è in grado di lavorare con tutti i tipi di "utenza", bambini, matti, anziani, adolescenti, adulti, perché il suo scopo non è lavorare sulla patologia o sul disagio. Il suo scopo è mettersi a fianco, affrontare patologia e disagio, mettendo in moto cambiamenti. E' un lavoro lungo, lento, ritenuto inutile.
Tanto inutile che un documento in discussione alla conferenza dei presidi delle facoltà di Medicina, prevede in sostanza l'annullamento del corso di laurea (quello che ora vogliono far fare a chi lavora nel sanitario....) e la sua attivazione come Master successivo ad Infermieristica.
Quindi non solo ci potrebbero far nuovamente riqualificare per un paio d'anni e relative notti, ma dopo magari ci dicono che quello che siamo solo equipollenti al master e dobiamo a quel punto prendere anche la laurea infermieristica!
Diventeremo dei geni con tutti questi corsi, le più acculturate del panorama educativo.
Ma mai col titolo giusto. E se il titolo è giusto, sarà l'appalto sbagliato...
Tutto ciò riflette una linea di pensiero non nuova, che vuole ridurre la figura dell'educatore al rango di operatore sanitario e SANITARIZZANTE.
Oltre ad essere uno dei maggiori foraggiatori di università, enti formativi, scuole!
Ci sarà mica l'intenzione di usarci come forte strumento di controllo, non più solo in carcere questa volta o nelle tossicodipendenze, ma anche in psichiatria?
Non siamo inutili......allora,
solo "funzionali".
01/04/2009 Mujeres Libres
Per approfondimenti
- Considerazioni in merito alla circolare della Sanità della Regione Piemonte
- ...Quando la realtà supera la fantasia
- Un interessantissimo forum di Educatori Professionali, di nuova generazione (stessi problemi)
articolo completo qui
http://mujeres_libres.blog.tiscali.it//In_merito_al_profilo_1978489.shtml