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 a pino

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5 partecipanti
AutoreMessaggio
zakunin
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MessaggioTitolo: a pino   a pino Icon_minipostedLun Nov 26, 2007 4:13 pm

Conobbi pino all'inizio della mia carriera da operatore psichiatrico. Se quella dell'operatore si può chiamare carriera. La prima volta che lo vidi lo andai a prendere assieme a due infermieri del centro e ad un mio collega, davanti ad un posto di polizia. Aveva l'obbligo di firma, quel delinquente di pino: era appena stato scarcerato. Aveva passato la vita entrando e uscendo dal carcere, quell'ometto oramai quarantenne brizzolato e sdentato. Guardandolo in faccia la prima volta mi chiesi come si potesse celare, dietro quel volto giulivo e un po' inebetito, un delinquente incallito.

Dal primo momento che io e il mio collega cominciammo a frequentarlo da "modulisti", ci prese in simpatia. Il modulista è una persona che lavora sul territorio, entra nelle case e nella vita della genta e, soprattutto, non appartiene al servizio. Ed era per questo che, con il tempo si era affezionato a noi, e noi a lui. Perchè, ci diceva, voi non avete niente a che fare con quel sistema, quel sistema che di tutto ha fatto per me, ma poco di questo è servito ad aiutarmi. Alla fine mi ritrovavo sempre solo.

Due anni ho lavorato con pino: era una persona buona, un"toco de pan" si direbbe a trieste...certo, era stato in carcere ma, ascoltando i suoi racconti capivi il perchè. Nato e cresciuto con enormi problemi familiari, cominciò a frequentare le classiche "cattive compagnie" che, aprofittando del fatto che fosse "un po' svampito", lo metteva a fare il palo nei colpi più sgangherati. Mitica quella volta in cui aveva continuato a fare il palo anche a rapita finita e, quando i suoi compari se l'erano bella e squagliata, lui si è fatto beccare ancora lì di vedetta. O quando aveva cercato di rubare le borse della spesa ad un tipo, incespicando davanti ai poliziotti. Un vero diabolik!

Nei due anni in cui ho avuto il privilegio di stargli accanto, pino, poche cose chiedeva: un lavoro, per potere stare alla larga dai guai, compagnia, per non doversi sentire solo, e il riscaldamento a casa.

Noi facevamo quello che potevamo per la compagnia, chiamandolo a volte anche fuori dal nostro turno per passare un po' di tempo insieme. Rompevamo le palle al servizio per trovargli una comunità dove si sarebbe sentito meno solo e una borsa lavoro (pino aveva una pensione che però era gestita dall'assistente sociale che gli lasciava una diaria, se l'assistente sociale non c'era, pino passava anche lunghi periodi al verde) ma a parte i grossi complimenti per il lavoro svolto che ricevevamo, il resto era aria fritta. Per il riscaldamento a casa (lui abitava sull'altipiano carsico...immaginate gli inverni con solo una stufetta elettrica), ce l'abbiamo fatta a far scucire all'assistente sociale i soldi necessari solo un anno e mezzo dopo...

E così, dopo lunghi periodi di lucidità, pino cadeva in uno stato di leggera schizzofrenia, in cui ripeteva sempre le stesse cose (mitica "gianna la morte" o "son scampanà" o lunghe risate che si interrompevano di colpo). In quei periodi noi sapevamo che lui si sentiva estremamente solo, un fallito...e allora cominciava a rubacchiare con il solo intento di farsi pizzicare. Ci diceva: "almeno in galera mi sentirò meno solo".

Una volta ha rubato un pc. Un infermiere trova la custodia e gli chiede dove sia il contenuto: "lo go vendù ai cinesi per un panin de luganighe". Uomo d'onore pino. Fatto sta che, senza chiedere a nessuno, l'infermiere lo porta ad autodenunciarsi...e pino ritorna in gattabuia. Ma ne esce presto pino. Perchè pino sta male: oltre al diabete ha una patologia al fegato molto grave.

Passa il tempo e pino si aggrava. Tralascio tutti i dettagli degli orrori del servizio di cui son stato testimone (mai, in anni in cui questa patologia era nota, lo hanno iscritto alla liste per il trapianto del fegato...tanto el xe mato no?), un paio di volte pino entra in coma...solo a quel punto, e su ingiunzione di un perito del tribunale, gli trovano una comunità. Ma oramai pino sta sempre peggio, entra ed esce dall'ospedale...io intanto non lo seguo più per lavoro, essendomi trasferito a lavorare in una comunità...ma quando può passa a trovarmi lui, e quando posso vado a trovarlo io. In tutti questi mesi in cui la malattia si è aggravata pino non ha più manifestato segni di malattia mentale. Era lucido...troppo...quasi in maniera insopportabile. Gli ultimi due mesi li ha passati steso sul letto di un ospedale, a combattere con "gianna la morte", come la chiamava lui...e gianna,questa notte, ha vinto.

Mi mancherai. Ciao pino. Grazie.
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angelo
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MessaggioTitolo: Re: a pino   a pino Icon_minipostedMar Nov 27, 2007 1:45 pm

..il nostro lavoro non ha mercato...
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zubi
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Data d'iscrizione : 29.11.07

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MessaggioTitolo: Re: a pino   a pino Icon_minipostedGio Nov 29, 2007 1:48 am

..."HUUU gianna la morte!!!!"...
spero mi aiuti a non pensare! perchè in questi momenti la pancia il cuore la testa vanno per conto loro...e sarebbe troppo facile lasciarsi andare
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alenorby
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Data d'iscrizione : 30.11.07

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MessaggioTitolo: Re: a pino   a pino Icon_minipostedSab Dic 01, 2007 1:20 am

Una profonda stima e affetto lavorativo mi lega a te per quel tanto o poco che abbiamo potuto collaborare nel condividere il tentativo di migliorare la vita ad alcune persone della psichiatria triestina, ma non posso sottrarmi del fatto di entrare e scrivere in questa tua creatura che è il forum di rete operatori sociali. Come tu ben sai lo spirito che mi guida è libero e quindi mi sento di entrare a testa alta in questa discussione, e lo faccio da operatore che si è sentito in prima linea, nella stessa trincea dove stai tu (se non te ne eri accorto, ma sono sicuro di si).
Capirai molto presto chi scrive questa risposta (o forse lo avrai già capito), si tratta di un operatore che "sopratutto" appartiene al servizio, al SISTEMA!
Sopratutto però avevo conosciuto Pino prima che iniziasse a stare male, e non posso dirti quanto difficile era per i tempi e i mezzi che ci erano messi a dsiposizione cercare di poter fare qualcosa di buono per quell'ometto che ancora non era invalidato fisicamente, "libero" di imperversare sulle scene della "criminalità" con i suoi famigerati "colpi", se questi facevano forse ridere a noi non facevano sicuramente ridere la magistratura. La realtà ci dimostrava però che era una persona difficile non da gestire (parola brutta ma si usa) ma sopratutto da trovare, quando il fisico ancora glielo permetteva e voi lo sapevate bene, lui vagava di giorno e di notte spesso si rifugiava da quei o da quell'unico componente della banda di sbandati. Era difficilissimo da trovare eppure eravamo sempre preoccupati per il suo stato di salute, soffriva già di diabete sempre gestito da noi (il servizio,IL SISTEMA). Non ti dico già per questo esistente piccolo grande problema quante lotte per cercare di coinvolgere il medico di base e i servizi preposti che praticamente nulla facevano per uno che completamente acritico dei probelmi di salute non dava il minimo segno di collaborazione, visite e ricerche a tutte le ore, spesso lo abbiamo trovato noi in crisi glicemica e fatto ricoverare.
I scompensi psicotici poi quando si manifestavano tutto erano tranne che leggera schizofrenia, il servizio era sempre pronto ad accoglierlo ma appena recuperava la capacità di "autogestirsi" si dileguava.
Per quanto riguarda il lavoro come ben sai non era l'unico tentativo quello che abbiamo tentato assieme, ma nei periodi più floridi lui aveva sempre manifestato la "passione" per altre attività. Ti ricordo che l'ultimo tentativo era proprio estremo per i problemi fisici ormai ben noti e conclamati.
Al manifestarsi dei primi sintomi della malattia grave che lo ha portato a spegnersi, tra l'altro ti comunico che era una patologia a noi già nota che potenzialmente porta a questi esiti, siamo stati noi il (il servizio e il sistema) a incanalarlo direttamente bypassando ogni filtro e ritardo di chi avrebbe dovuto assumersi queste responsabilità come ad esempio il MMG, direttamente presso il centro universitario specializzato per queste patologie, provvedendo direttamamente a mantenere i rapporti e assicurandogli ogni facilitazione per l'esecuzione di esami assecondati o eseguiti direttamente da noi. Questi sono gli "orrori" perpetuati dal servizio che al primo manifestarsi dei sintomi lo ha agganciato ad un centro universitario specializzato grazie anche alle conoscenze dirette con alcuni colleghi di quel servizio. Chi se non il centro specializzato doveva valutare ed avere tutte le competenze specifiche per decidere se e quando era il caso di pensare ad un trapianto di fegato?? La patologia era degenerata in tempi brevissimi (non anni ma mesi) e ti posso assicurare che non sono rarissimi i casi in cui da una positività all'epatite si passa rapidamente alla cirrosi e all'epatite fulminante.
Non ti sto elencare il tempo dedicato al difuori del servizio da me e dal mio gruppo di lavoro in telefonate per smuovere capidistretto primari e responsabili per trovare delle soluzioni per Pino, già lo dovresti sapere questo!
Ho avuto una recente esperienza di malattia grave con mia mamma che purtroppo è venuta a mancare lo scorso anno completamente affidata al MMG, e ti assicuro che non ha avuto tutte queste attenzioni (il medico adesso dovrà giustificare in tribunale del suo operato!!)
A proposito. Pino è stato il primo della serie di persone a nostro carico prive di riscaldamento ad avere una stufa comperata su iniziativa nostra. Trasportata a nostro carico e braccia fino a casa sua! ti ricordo che continua ad essere ancora importante il numero di persone che per una serie di motivi sia legali che economici sono prive di riscaldamento.
Potrei andare avanti ma penso che basti, mi scuso di essere entrato così prepotentemente a casa vostra, so che pensate liberamente come me e per questo motivo me lo sono permesso, penso che ci sia stata parecchia disinformazione e il momento emotivamente poteva far scatenare rabbia o voglia di rivendicare verso qualcosa o qualcuno. Non ho moltissima esperienza di psichiatria ma qui ci sono di mezzo varie patologie (oltre a quella psichiatrica) che non perdonano! Sai bene come sono schierato e come la penso, avevo il dovere di difendere soltanto la verità e la correttezza, più che il servizio e il sistema, specialmente per il gruppo che assieme a me ha lavorato in maniera più stretta su Pino.
Non ho perso la stima che avevo di te, so che potremo scrivere ancora assieme di Don Chisciotte e Sancho Panza quando e come lo vorremo.
Domani al funerale non ci sarò perchè so di aver fatto tutto quello che potevo per Pino quando era vivo, ci sarà l'infermiere che l'ha portato a denunciarsi per il computer, e sarà lì a testa alta anche lui perchè ti assicuro che non è stata sua la decisione!!!!
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zakunin
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MessaggioTitolo: Re: a pino   a pino Icon_minipostedSab Dic 01, 2007 3:04 pm

@alenorby

Ti ringrazio per la risposta, e voglio sottolineare che questa non è "casa nostra", nel senso di proprietà privata di noi operatori, di cooperative e associazioni. Ma è un luogo che ho voluto innanzitutto pubblico e libero, dove chiunque abbia interesse nella materia, perchè ci lavori o perchè con la malattia mentale o altro disagio ci debba convivere, esprima una sua opinione.
Ti dico la verità, essendo nato da un movimento di operatori che lavorano nel privato sociale, la mia paura era (ed è ancora, inutile negarlo), che la voce di questo forum arrivasse "alle orecchie sbagliate". Viviamo sotto perenne ricatto del servizio, è un dato inconfutabile, e già alcuni colleghi hanno subito ritorsioni laddove abbiano cercato di esprimere le loro opinioni un po' fuori dalle righe, cioè in maniera completamente libera.

Ma veniamo al post del nostro pino.
L'ho scritto di botto, appena saputa la notizia della sua morte. E' stato uno sfogo che mi ha aiutato a risvegliare il suo ricordo, i momenti passati assieme, le battaglie combattute contro la sua follia, da me e da chi come me gli voleva bene, e cercava di aiutarlo. Naturalmente nel ricordarlo non potevo non analizzare, in parte, quello che da oramai tanto tempo lo circondava e lo accompagnava nel tentativo di aiutarlo. E quella cosa è il servizio. Il servizio nel suo insieme, l'istituzione che cercava di sorreggerlo e che spesso, inutile negarlo, aveva fallito. Attento, io non ho accusato nessuno in particolare (se si eccettua il furto del computer), per il semplice fatto che il servizio è formato da persone e, come tutte le entità formate da persone, se ne trovano di buone e di cattive (nel senso lavorativo). Ma non credo tu possa negare che quello che ho scritto non sia vero.
Il sistema è pachidermico, lento nelle scelte e spesso disattento. Sottolineo: due anni chiedevamo per pino una comunità...qualche roseto in meno e qualche appalto (che garantisca ai lavoratori il giusto salario) in più avrebbero prodotto i loro frutti. Per pino e per tanti altri. Le risorse si sprecano e si disperdono. Si costruiscono giardini e palazzi di uffici, mentre gli operatori lavorano senza risorse; sia gli operatori del servizio che, esponenzialmente, quelli del privato sociale (io pino lo portavo a zonzo in vespa). E chi ci rimette è chi sta in mezzo, cioè l'utente.

Con te e con altri del centro a cui pino faceva riferimento, mi sono trovato bene...molto bene: sempre trattato su un piano di rispetto reciproco e con una collaborazione che, ti dirò la verità, non ho trovato in nessun altro centro. Ma anche qui c'è da sottolineare una cosa: che esistesse un gruppo che lavorasse a stretto contatto con il nostro pino siamo venuti a saperlo, io ed il collega, solo 8 mesi dopo aver cominciato a lavorare con pino. Nel frattempo cosa eravamo...invisibili?

Anch'io, non posso negarlo, faccio parte del sistema di cui discutiamo però, mentre chi ci lavora come "servizio" è parte degli ingranaggi, noi operatori di base siamo il "lubrificante". Spesso ci sentiamo messi lì, sottopagati e con scarsissima voce in capitolo, a tamponare lì dove il servizio ha fallito o, peggio, ha fatto solo danni. Spiegami come sia possibile che una persona viva in un centro di salute mentale per otto anni, come una persona passi il suo ricovero imbottito di farmaci e, nel mentre, i suoi effeti personali spariscano, come possano passarmi ordini di chiudere una persona in casetta. Dimmi perchè una persona dopo un anno in diagnosi si trasformi in una bestia e affidata a me e ai miei colleghi, dopo solo due mesi si trasformi, incontri gli amici, ci esca a mangiare la pizza. Basta poco...basta un po' di umanità. Umanità che il servizio spesso non riesce a dare...attento, non perchè tutte le persone che vi lavorano non ne siano capaci, ma perchè è il sistema che nella sua perversione, fagocita operatori ed utenti.
Quanti utenti sono ricoperti da una crosta istituzionale che si sovrappone alla loro follia e contribuisce a cronicizzarla? una crosta fatta di assistenzialismo, decisioni non prese, violenza, emarginazione...e noi, dall'altra parte della barricata, siamo immuni da questa crosta? io credo di no...pian piano ci avvolge e ci acceca...non ci fa rendere conto che siamo più stanchi di quello che vogliamo credere. E così, prendiamo tutto come ineluttabile, ci fa sentire impotenti e, giorno dopo giorno, ci divora e ci "brucia". Io spero che, prima di arrivare a questo, trovi la forza di cambiare lavoro, cambiare vita se, nel frattempo, non sarò stato capace di fare qualche cosa per cambiare ciò che è intorno a me e che tanto permea la mia vita.

Io ti ringrazio per l'intervento ed anzi, ti invito a continuare a seguire questo forum ed a parteciparvi attivamente.
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alenorby
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MessaggioTitolo: Re: a pino   a pino Icon_minipostedSab Dic 01, 2007 4:18 pm

Non chiedere a me quelle cose!
Sai bene che non faccio parte della stretta cerchia di persone titolate a parlare e decidere a tutti i livelli dell'organizzazione dell'azienda anzi, se possibile, sono esculso o attaccato.
In sostanza la pensiamo uguale, e tu giustamente hai generalizzato, nel caso specifico invece ti possso assicurare che non c'è stato nessun ritardo discriminazione od omissione ma semmai una accellerazione e snellimento perchè noi abbiamo garantito per lui. Se poi vuoi riportare il tutto a come funziona il sistema pachidermico e io l'ho provato sulla mia pelle su quella di mia mamma e lo provo ogni giorno, non è niente di più o di meno di quello che potrebbe succedere a me e te se avessimo la sfiga che ci capiti qualche accidente simile. Io non dico che bisogna accettare questa norma, ma solamente che in base ad essa ci siamo sentiti colpiti in prima persona come principali responsabili di quel caso dove ti assicuro ciascuno di noi ci ha messo l'anima.
Che poi il sistema non funzioni sono il primo a dirlo e come sai cerco anche nel mio piccolo di far migliorare le cose.

Ciao a presto
tornerò a visitare spesso questo forum dove ho trovato già degli spunti molto più interessanti di quelli che trovo di solito nei forum della mia professione
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luciano
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MessaggioTitolo: Re: a pino   a pino Icon_minipostedLun Gen 07, 2008 11:11 am

ho letto oggi di questo articolo forse può interessare



LUNEDÌ, 07 GENNAIO 2008


Oggi al Parco Basaglia

Ciclo di incontri: si parla di esperienze di pre-morte




IN BREVE
Inizierà quest’oggi, alle 16.30, al centro diurno del parco Basaglia il ciclo di conversazioni e letture promosso dal Centro di salute mentale e intitolato «Per la salute psichica comunitaria». L’incontro odierno sarà incentrato sul tema delle esperienze di pre-morte. Gli altri appuntamenti si svolgeranno sempre di lunedì e proseguiranno fino al 31 marzo. L’agenda prevede approfondimenti sui fiori di Bach, sulla cultura vegetariana e sulla psicanalisi. Ma ci sarà anche spazio per la fotografia di Diane Arbus, rapportata al disagio sociale e per l’analisi del concetto di «senso di colpa».
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MessaggioTitolo: Re: a pino   a pino Icon_miniposted

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a pino
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